Fashion Design Lab Magazine
febbraio 2012 | nº 05
  La creatività come strumento d'indagine e di restauro del San Ludovico di Tolosa di Donatello
Firenze, Museo dell'Opera di Santa Croce
Simonetta Doni
 
   

L'occasione è imperdibile. Firenze e Parigi promuovono attraverso i loro più prestigiosi enti museali, una mostra che, secondo le parole di James Bradbourne, Direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, propone al pubblico di realizzare tre scopi principali:

– approfondire la personale conoscenza sui temi e sulle opere in esposizione;
– sviluppare gli studi e le metodologie di intervento e restauro delle opere d'arte proposte;
– suscitare un'emozione nelle persone che rispondono all'invito a partecipare a questo incontro di uomini e opere, di farsi attraversare dalla suggestione che questo incontro provoca e coltivarne i molteplici effetti che questa occasione può ispirare.

Tra il marzo e l'agosto 2013 ammireremo a Firenze l'offerta di questo percorso culturale e emozionale all'interno della mostra «La Primavera del Rinascimento - La scultura e le Arti a Firenze 1400-1460» per poi vederla riproporre al pubblico del Louvre dal settembre 2013 fino agli inizi del 2014. Un'esposizione dove la scultura è protagonista e testimone dello sviluppo eccezionale del linguaggio dell'arte, o meglio delle arti, agli inizi del Rinascimento fiorentino.

Le tematiche che i curatori vogliono trattare sono di grande respiro e assolutamente attuali, spaziando da argomenti legati strettamente al percorso della storia dell'arte, quale l'influenza della statuaria sulla pittura dei contemporanei, ma proponendo anche gli esempi di un'evoluzione dei messaggi che le opere si proponevano e della loro diffusione. E' il caso della Madonna Chellini, proveniente dal Victoria and Albert Museum, che funge da matrice a una serie di riproduzioni che permetteranno di diffondere la bellezza «nuova», tracciando così un percorso di diffusione che oggi definiremmo democratico.
Il percorso proposto dai curatori, Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand, è ambizioso e prestigioso, numerosi gli enti e i musei in tutta Europa, e non solo, che hanno risposto alla chiamata e hanno concesso le 140 opere che consentiranno l'allestimento.

Come si conviene a un appuntamento di tale rilevanza, sono stati finanziati da parte di enti e fondazioni numerosi interventi di restauro sulle opere scelte.
In particolare, a Firenze, è stato promosso congiuntamente dal Museo del Louvre di Parigi e dalla Fondazione Palazzo Strozzi, il restauro del San Ludovico di Tolosa di Donatello.
L'intervento è stato presentato il 5 aprile scorso all'interno del Museo dell'Opera di Santa Croce, in Firenze, dove il bronzo di Donatello è conservato dal 1908, prima alloggiato sulla parete esterna della facciata della Basilica, poi all'interno del Museo, in una copia del tabernacolo marmoreo che originariamente la ospitava sulla facciata della Chiesa di Orsanmichele.
Il San Ludovico di Tolosa è esposto in un cantiere allestito all'interno dei locali del museo, e i visitatori potranno assistere in diretta ai lavori di pulitura e riparazione dei danni che il tempo e gli accidenti hanno procurato a questo bronzo dorato alto 265 cm e del peso di 500 kg, formato da più parti fuse separatamente e poi assemblate, tanto che la mitria e il pastorale sono già stati smontati dalla composizione.

Il restauro è affidato alla Dott.ssa M. Ludovica Nicolai, formata alla Scuola di Alta Formazione dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha già alle spalle prestigiosi interventi su opere bronzee, come il David del Verrocchio, e le porte del Paradiso di Ghiberti, e il David dello stesso Donatello di cui ora si appresta a «curare» il San Ludovico di Tolosa.

La figura di San Ludovico, morto a 23 anni dopo un solo anno di vescovato, è ritratta con il piviale indossato sopra al saio dei francescani e in capo indossa una pesante mitria che spesso ha lasciato interdetti gli osservatori per il contrasto con le fattezze giovanili del volto, quasi etereo. La sua storia, figlio primogenito di Carlo d'Angiò, abdicò al potere temporale in favore del fratello Roberto per indossare il saio di San Francesco, per poi assumere nuovamente un ruolo nella Chiesa con la sua investitura a Vescovo di Tolosa, ha commosso e attirato la venerazione dei fiorentini di parte Guelfa, che nel suo culto riconoscevano anche un tributo alla famiglia angioina che li appoggiava politicamente. Un intreccio tra fede e politica che a Firenze si è profuso nelle numerose testimonianze dell'arte e dell'architettura rinascimentale e non a caso il restauro di quest'opera ha assunto un significato simbolico e rappresentativo della chiave di lettura che i curatori della mostra ci vogliono proporre. In attesa di entrare nella suggestione della mostra che dominerà la primavera fiorentina del 2013, approfondiremo con piacere le nostre conoscenze tecniche seguendo questo restauro così interessante sia sul piano simbolico che scientifico.

Copia del tabernacolo della facciata di Orsanmichele in cui è stata conservata fino ad oggi la statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello Cantiere del restauro della statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello a cura della restauratrice D.ssa M. Ludovica Nicolai Cantiere del restauro della statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello a cura della restauratrice D.ssa M. Ludovica Nicolai
 
Cantiere del restauro della statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello a cura della restauratrice D.ssa M. Ludovica Nicolai Dettaglio della fase di ripulitura a cura della restauratrice D.ssa M. Ludovica Nicolai Dettaglio della fase di ripulitura della statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello a cura della restauratrice D.ssa M. Ludovica Nicolai
 
Dettaglio della mitria della statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello Dettaglio della mitria della statua di San Ludovico di Tolosa di Donatello Dettaglio di parti della della mitria della statua San Ludovico di Tolosa di Donatello già smontate
 
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