![]() giugno 2011 | nº 04 |
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Picasso, Mirò, Dalì. Giovani e Arrabbiati: la nascita della modernità Firenze, Palazzo Strozzi, 12 Marzo - 17 Luglio 2011 Roberto Cantini | Martina Tallon |
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La Fondazione Palazzo Strozzi riporta l'attenzione sull'arte moderna, con un nuovo importante evento dedicato ai tre più grandi artisti spagnoli del Novecento: Picasso, Mirò, Dalì. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità, che presenta più di sessanta opere della produzione giovanile di Picasso, Mirò e Dalì e oltre cento schizzi picassiani provenienti dai più importanti musei spagnoli, dal Metropolitan Museum of Art e da collezioni private. La mostra è concepita in modo assolutamente innovativo per far vivere al visitatore un'esperienza di completa immedesimazione nella straordinaria atmosfera artistica dei primi anni del Novecento. Una rassegna strutturata come un film composto da flashback che rinviano a una serie di incontri e incroci tematici e formali tra i tre grandi pittori spagnoli, «ripresi all'inizio della loro avventura di artisti "giovani e arrabbiati"». La mostra indaga sulle radici comuni di uno stile che ha in seguito reso celebri i nomi dei tre artisti e sulla loro comune voglia di ribellarsi alle convenzioni dell'epoca. L'arte giovanile di Picasso rifletteva spesso le sue forti convinzioni politiche, infatti spesso rappresentava la condizione dei poveri con la quale solidarizzava. Anche Mirò intese l'arte come aspetto della politica, come attesta la sua celebre affermazione che «l'assassinio della pittura» deriva da un'avversione per l'arte borghese, soprattutto se usata per promuovere un'identità culturale tra i ricchi. Allo stesso tempo anche Dalì nel 1926, che era molto più giovane di Picasso e Mirò essendo nato nel 1904, fu espulso dall'Accademia poco prima degli esami finali, poiché sosteneva che nessuno all'interno della facoltà era abbastanza competente per poterlo esaminare. Quindi, la mostra esplora i percorsi dei tre grandi pittori alla ricerca della propria strada in un cammino a ritroso nel tempo. Cresciuti in Catalogna, Picasso, Mirò e Dalì raggiunsero la fama in Francia, dove i primi due scelsero di vivere e costruire la propria carriera, mentre Dalì decise di rimanere in Spagna. Tra le opere che si possono ammirare il Cahier n. 7 di Picasso esposto integralmente per la prima volta fuori dalla Spagna nella rassegna di Palazzo Strozzi. La mostra è organizzata in cinque sezioni, inizia con una serie di opere che rimandano alla presunta visita di Dalì a Picasso a Parigi nel 1926, per attraversare la nascita della modernità con le risposte di Dalì a Mirò. In evidenza l'incrocio avvenuto fra Mirò e Picasso (1917) e termina ancor prima dell'arrivo del giovanissimo Picasso a Parigi nel 1900, all'inizio del nuovo secolo. Il percorso espositivo si chiude con opere dei tre artisti che ricollegandosi alla straordinaria rivoluzione di Picasso di inizio secolo, mostrano il persistere dell'influsso di Cahier n. 7: il capolavoro cubista di Picasso «Donna che piange»del 1937, la «Composizione» geometrica di Mirò del 1933 e «l'Arlecchino» di Dalì, risalente al 1926. Il bel catalogo, utile strumento per meglio apprezzare le opere esposte, è pubblicato da Skira. Roberto Cantini ABBOZZANDO LE ORIGINI DELLA MODERNITA' Da sempre risulta affascinante indagare e scoprire le origini delle cose. Le origini di un fenomeno naturale, di un avvenimento tecnologico, di un evento storico o di un movimento artistico. Ed è proprio questo che la mostra Picasso Miró Dalí (Firenze, Palazzo Strozzi, dal 12 Marzo al 17 Luglio 2011) si propone di fare: riconduce i visitatori, muovendosi in un percorso a ritroso, alle soglie della Modernità nell'arte, identificando ciò che ha dato origine a questo periodo, segnando un'enorme e fondamentale svolta nella storia dell'arte. Giovani e Arrabbiati: la Nascita della Modernità, il sottotitolo della mostra. E' stato Picasso, nel 1907, con il suo rivoluzionario quadro Les Demoiselles d'Avignon, a segnare l'inizio del linguaggio dell'arte moderna. Un prima e un dopo nella storia dell'arte. E' qui che prende forma l'origine del nuovo. Di fronte alle Demoiselles ci troviamo alle soglie della Modernità ed è qui che Picasso, Miró e Dalí trovano il culmine delle loro rispettive svolte artistiche. Ma prima ancora del dipinto, esiste un quaderno. Un normale quaderno scolastico con centoventi pagine a righe. E' quest'album, denominato Cahier n. 7, che contiene i primi schizzi delle Demoiselles e che Picasso ha utilizzato nei mesi prima della realizzazione dell'avveniristico dipinto (esistono anche altri quaderni con simili bozze, ma il Cahier n. 7 è considerato il più significativo). Frangenti di studio e momenti di intuizione immortalati nel Cahier, esposto integralmente per la prima volta fuori dalla Spagna, che ci riconduce all'origine dell'origine. Entrando nella penultima sala espositiva, dal nome Quarto «Pensiero»: La Nascita della Modernità. Picasso Origine e Trasformazione, ci troviamo interamente immersi nel processo creativo del giovanissimo Picasso. I disegni preparatori del Cahier, realizzati tutti a matita e poi alcuni ripassati ad inchiostro, su pagine dalle tonalità seppia (originariamente dovevano esser state bianche). Ottantaquattro disegni. Tutti fatti di getto e d'impulso selvaggio. La fretta nel disegnare che ha dato origine a macchie e calchi; quasi come se stesso lottando per creare un nuovo linguaggio pittorico. Figure femminili nude, nature morte e tratti di volti; tutti elementi che troveranno il loro completamento nel dipinto. E la copertina con la maldestra e poco curata scrittura scolastica di Picasso ed il disegno dell'uccello dalla sagoma rossa. Ed è proprio quest'ultimo elemento che riconduce la natura dell'intero Cahier alla cosiddetta «arte nera», alla quale Picasso si ispirò profondamente. L'arte africana dei popoli subsahariani, l'arte degli aborigeni dell'Oceania e della Malesia. Ritrovando in esse l'origine: il Primitivismo del linguaggio pittorico. Quant'è suggestivo tracciare attraverso queste bozze di disegno, appuntate su un quaderno da pochi centesimi, la straordinaria intuizione di questo brillante ed unico maestro, che ha saputo dare al mondo artistico la chiave per aprire le porte ad una nuova era. Una mostra affascinante, che racchiude uno straordinario percorso, che riconduce alle origini artistiche della Modernità. Martina Tallon Info: www.palazzostrozzi.org
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