![]() giugno 2011 | nº 04 |
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OH! NIRICA. QUANDO I SOGNI INCONTRANO LA MATERIA Firenze, OTTO Luogo dell'Arte, via Maggio 43 rosso 24 settembre – 7 dicembre 2011 Ugo La Pietra | Mauro Lovi |
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Possono arte e design trovare un territorio d'incontro e confronto nel rinnovato interesse per la nozione, ormai desueta, di «mestiere»? Sognare è un'urgenza, un bisogno, una necessità (ovvero uno dei significati storicamente rivestiti dal «mestiere»). Ma se il sogno è «mestiere», quest'ultima «occorrente» necessità non dovrebbe, forse, essere assimilata al comune compito ermeneutico che si dischiude al momento della nascita per ognuno di noi nei confronti del senso dell'esistere? Ben al di là d'esser vacuo «sonno della ragione» che genera mostri, il «mestiere» e le abilità del sognare andrebbero allora intesi come ulteriori «talenti» tramite i quali l'uomo diviene in grado di «costruire il senso», ovvero tessere in rete di significati, legittimi quanto azzardati, quel che d'inafferrabile e d'inesprimibile è il segreto del mondo e dell'interiorità. Segreti inaccessibili, materia perenne d'illazioni e congetture, ch'eppure offrono in dote all'umanità la grazia di trascorrere il ritaglio esistenziale concessoci in coerente sinergia con la consapevole ineluttabilità della sua fine. Ai «mestieranti» del sogno – cui è demandato il sacro compito di suggerire e proporre come abitare «poeticamente» la nostra peculiare frazione di contemporaneità –, è stata dedicata nell'autunno 2011 un'interessante esposizione a Firenze presso una galleria che, programmaticamente fin dal suo nascere, ha inteso proporsi innanzitutto come «luogo». Un'offerta spaziale per un'arte in grado d'invertire una rotta ormai da tempo puntata verso la «fine dell'umanesimo». A Olivia Toscani Rucellai – direttrice della galleria –, Mauro Lovi – ideatore e curatore della mostra – e Filippo Maria Ricci – cordinatore del progetto espositivo insieme a Olivia Toscani Rucellai – il nostro plauso insieme ai migliori auguri per l'interessante progetto culturale avviato anche nei confronti della città. Per dar conto, almeno parzialmente, dell'ottima proposta espositiva di Otto luogo dell’Arte, abbiamo realizzato un compendio iconografico delle opere in mostra dal 24 settembre al 7 dicembre 2011 e proponiamo, qui di seguito, sia il breve testo di presentazione della mostra di Ugo La Pietra, sia l'ampia e scrupolosa «postilla» scritta dall'art director Mauro Lovi.
text by Ugo La Pietra All’inizio degli anni Ottanta li chiamavo oggetti «fatti ad arte»: progetti e opere in cui cercavo di sviluppare il rapporto, da troppo tempo interrotto, tra la cultura del progetto (artisti e designer) e la cultura del fare. Sono passati ormai trent’anni, e il mondo dell’arte e del design ha ripreso con grande vivacità la collaborazione con chi ha ancora la capacità di lavorare la materia. Mi riferisco a lavorazioni artigianali tradizionali ma anche alla sperimentazione e applicazione di nuovi materiali e nuovi procedimenti. Noto anche che è sempre più frequente il caso di artisti che, dopo i decenni di interesse verso «la concettualità», hanno saputo coniugare questa categoria con la «spettacolarità». Mi sembra che la collezione coordinata da Mauro Lovi per «Otto Luogo dell’Arte» con Olivia Toscani Rucellai raccolga il grande fermento che in questi ultimi anni si sta sviluppando nel mondo delle arti applicate. Artisti che, con la propria capacità fattuale o facendosi aiutare da artigiani locali, hanno dato vita ad una serie di oggetti carichi di valori allusivi e simbolici intorno al tema del dormire e del sognare. Il letto abbarca di Mauro Lovi, ispirato alle navi fenicie e alla loro navigazione notturna, è un po’ l’oggetto simbolo della mostra intorno al quale sono state raccolte opere di quaranta artisti (di diversa età, estrazione culturale e nazionalità). Due cose importanti sono da riconoscere a questa mostra: la prima è quella di aver coinvolto i vari artisti attorno a un tema così che l’oggetto, oltre ad esprimere i valori del «fatto ad arte» e la propria funzione, si carica di significati che alludono al tema proposto. La seconda cosa importante è che le opere progettate dall’artista sono firmate anche dall’artigiano che le ha realizzate, confermando così la vocazione della Galleria che ha sempre messo in evidenza, oltre al valore creativo, anche l’interesse per tutte le tecniche di lavorazione artigianale, utilizzando in molti progetti le maestranze dell’artigianato toscano, sia per l’uso di tecniche tradizionali che di alta tecnologia. Un percorso, quello della galleria Otto, che attraverso le precedenti mostre e le future in programmazione, dimostra la sensibilità e la capacità di porsi all’interno di un contesto internazionale (quello del Craft Europeo) aiutando così il nostro «sistema» ancora troppo carente di Istituzioni (Enti, Musei, Scuole) e di mercato (galleristi, collezionisti, quotazioni) rispetto a quello internazionale Ugo La Pietra Milano, agosto 2011
text by Mauro Lovi Una luce fioca a raso sulla mia destra illumina il foglio su cui sto annotando alcune considerazioni su Oh! Nirica, in una fresca mattina di luglio con ancora in testa le vie fluide del sogno e non ancora emerso nei ritmi della veglia. Ho aperto gli occhi e mi è venuta in mente la scena della sera precedente, quando nel coricarmi seduto ai bordi del letto mi sono sdraiato, distendendo la gamba sinistra (sul letto di Ulisse dormo sul lato destro), ho alzato la gamba destra da terra, e mi sono trovato disteso rivelto (come diceva mia madre), ho tirato a me un lenzuolo (velo) e mi sono velato (coperto). In quel momento ho avuto la stessa sensazione di quando in barca, sciolte le gomene dalla bitta del porto, pigi il piede contro la banchina, ci si stacca, e poi lo tiri in barca; da quel punto nulla, se non la memoria, ti lega alla terraferma. Quello che fino a quel momento era il tema del tuo reale diventa ricordo, emozione ecc., cose della mente. Ora c’è il mare, un altro modo di stare al mondo. Un’altra dimensione, un’altra tua dimensione. Quindi mi sono trovato rivelato dal lenzuolo sul mio corpo come ogni sera, per proteggerlo, sudario del giorno e vela per la notte. Quando l’idea di Oh! Nirica è venuta fuori, cercavo da tempo un armatore che costruisse una nave, con un equipaggio di artisti, per andare ad esplorare le regioni del sonno e del sogno. Olivia, una donna decisa, preparata e temeraria quanto basta per superare le secche del conformismo artistico, ha armato la nave, il mio letto abbarca, chiedendomi di selezionare l’equipaggio, la crew, come si dice oggi, con cui ci si confrontasse con l’ideazione di oggetti che ci circondano per il nostro sonno e il sogno, lavorare con la materia nel lato onirico. All’inizio pensavamo ad una decina di artisti, poi invece sono diventati quaranta di cui più sotto traccio alcune note di lettura sul loro lavoro. Perché la materia indagata per la sua complessità e fascinazione ha bisogno di più esploratori percorrendo e proponendo molteplici punti di vista. Ho pensato al letto abbarca per questa traversata per andare ad incontrare Nirica, figlia di Oneiros, per continuare il ciclo di letti con questi riferimenti sulla navigazione notturna: ad oggi ne avevo realizzati due, il letto di Ulisse per Megalopoli nel 1989 e il letto damare per Buonaccorsi nel 1997. Forse i motivi di questa passione progettuale per questo luogo/oggetto, va ricercata nelle mie lunghe frequentazioni periodiche con lui per malattia. Questo nuovo letto vuole essere un pensiero alla storia del Mediterraneo, del nostro mare/inconscio collettivo, un omaggio al popolo dei Fenici e a tutti gli altri che lo hanno attraversato in lungo e in largo. I Fenici sono stati i primi ad effettuare la navigazione notturna per la loro capacità di leggere i riferimenti celesti. Ho progettato il letto/barca chiedendo notizie sulle barche e sulla navigazione fenicia durante una visita al museo del Bardo di Tunisi all’amica Marisa Famà, Direttore dell’Area archeologica dello Stagnone di Marsala dove al suo interno è adagiata la magica isola fenicia di Mozia.
Mauro Lovi luglio 2011 Oh! Nirica. Quando i sogni incontrano la materia progetto di Mauro Lovi coordinato da Olivia Toscani Rucellai con Filippo Maria Ricci Galleria Otto Luogo dell’Arte via Maggio 43 rosso – 50125 Firenze 24 settembre – 7 dicembre 2011 info@ottoluogodellarte.it www.ottoluogodellarte.it |
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