![]() ottobre 2009 | nº 01 |
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Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le Arti a Siena nel Primo Rinascimento. Siena 26 marzo - 11 luglio 2010 | Santa Maria della Scala | Opera della Metropolitana | Pinacoteca Nazionale Roberto Cantini |
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Siena dedica una mostra epocale ad una stagione artistica ancora da scoprire, infatti dal 26 marzo prende il via la grande esposizione curata da Max Seidel che avrà come sede principale il Complesso di Santa Maria della Scala ma offrirà al visitatore la possibilità di scoprire spazi inediti e opere ricomposte per l'occasione e che porterà il pubblico a godere di itinerari particolari alla scoperta di una Siena che nei primi decenni del Quattrocento visse, parallelamente a Firenze, una straordinaria stagione artistica, che vide il trascorrere dal Gotico al Rinascimento. Le opere in mostra sono 306, una ventina di polittici ricostruiti per l'occasione, 25 restauri effettuati, prestiti dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo e da collezionisti privati, nuovi spazi che aprono al pubblico per la prima volta, 10 saggi scritti dai massimi studiosi internazionali della materia. La mostra si apre con una sezione monografica dedicata a Jacopo della Quercia (Siena, 1371 ca.-1438) il grande scultore che seppe essere il più rilevante artista della città nel Primo Quattrocento e esponente di spicco del Gotico «internazionale» europeo. La carriera di Jacopo è ripercorsa fin dagli inizi, con la monumentale Madonna della melagrana destinata alla Cattedrale di Ferrara (1403-1408), per passare ad alcuni dei marmi scolpiti per la Fonte Gaia a Siena (1414-1419), fino alle sculture in legno policromo, come l'Annunciazione della Collegiata di San Gimignano (1421-1426) e la Madonna col Bambino del Louvre. Accanto a Jacopo si fanno apprezzare anche gli altri primi attori della scultura senese di quel tempo: dal leggiadro Francesco di Valdambrino al severo Domenico di Niccolò «dei cori». Il percorso prosegue quindi con due sezioni tematiche, che introducono il visitatore alla pittura. L'una è dedicata alla fortuna della quale continuarono a godere presso i pittori senesi del Quattrocento certi prototipi messi a punto nel secolo precedente dai fratelli Lorenzetti e da Simone Martini: un fenomeno che ha il suo manifesto nella pala di San Pietro a Ovile in cui Matteo di Giovanni, ormai nel terzo quarto del secolo, ricopia fedelmente la celeberrima Annunciazione di Simone del 1333. L'altra sezione presenta i maestri forestieri che, lavorando in città nel corso degli anni venti, giocarono un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'arte senese verso il Rinascimento. Tra questi Lorenzo Ghiberti e Donatello, coinvolti insieme con Jacopo ed altri, nel cantiere del nuovo Fonte battesimale, al quale apparteneva il bellissimo Spiritello tamburino del Bode Museum di Berlino del 1429 e che torna per la prima volta a Siena dopo qualche secolo. La successiva sezione illustra il peso avuto da Donatello sui nuovi protagonisti dell'arte senese come Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Matteo di Giovanni. Questo tracciato donatelliano, iniziato negli anni venti con il lavoro al Fonte battesimale e proseguito all'aprirsi degli anni cinquanta con la lastra tombale del vescovo Pecci per la Cattedrale, sarebbe culminato con l'ultimo soggiorno del maestro fiorentino a Siena (1457-1461), che coincise con l'ascesa al soglio pontificio del senese Pio II (1458). Lo spettacolare accostamento tra il bronzeo San Giovanni Battista lasciato alla Cattedrale da Donatello, i Santi Pietro e Vittore scolpiti dal Vecchietta e dal Federighi per la Loggia della Mercanzia e la luminosa pala di Spedaletto, dipinta dallo stesso Vecchietta per un grancia prossima a Pienza, testimoniamo i formidabili esiti di questa combinazione di eventi. Nel vicino Museo dell'Opera è allestita una sezione dedicata alla sopravvivenza del Gotico nella Siena dei primi decenni del Quattrocento (protagonisti Gregorio di Cecco, Domenico di Niccolò «dei Cori» e altri). Scendendo nella così detta «cripta», al di là dell'atrio decorato con emozionanti pitture murali duecentesche, si scopre il mondo dell'oreficeria senese del Quattrocento:intorno alla paradigmatica Lupa di Giovanni di Turino ruotano calici, croci e reliquiari luccicanti d'oro, d'argento e di smalti. Infine si raggiunge il Battistero e qui, al di sotto della volta affrescata dal Vecchietta ancora una volta con un ciclo di Articoli del Credo (1450-1453), si innalza il grandioso Fonte battesimale: monumento per eccellenza della scultura toscana del primo Quattrocento. Un ruolo fondamentale nell'organizzazione di questo grande evento è stato indubbiamente il sostegno fornito dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena e da Vernice Progetti Culturali. Informazioni e prenotazioni: 0577286300 - www.rinascimentosiena.it
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