![]() ottobre 2009 | nº 01 |
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De Chirico, Max Ernst, Magritte, Balthus. Uno sguardo nell'invisibile. 26 febbraio - 18 luglio 2010, Palazzo Strozzi - Firenze a cura di Susanna Daniele |
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Una rassegna a Palazzo Strozzi a Firenze racconta in cento opere l'avventura artistica di De Chirico e la sua influenza sull'arte del XX secolo che apre la strada ai movimenti che costituiscono la parte più originale dell'esperienza artistica europea fra le due guerre: dal Dada al Surrealismo, dal realismo magico al Neo-Romanticismo. Il sottotitolo della rassegna prende spunto da un'affermazione di De Chirico. Scopo della pittura non doveva essere riprodurre più o meno bene ciò che vediamo in natura, ma soprattutto «far vedere ciò che non si può vedere» e quindi indurre nello spettatore le stesse intuizioni sperimentate dall'artista sul significato profondo del mondo e delle cose. Proprio la prima rivelazione del misterioso rapporto fra le cose come appaiono e il loro profondo significato colse il giovane De Chirico nel 1909 in un viaggio a Firenze, seduto su una panchina in piazza Santa Croce. Una delle prime opere esposte è infatti la copia eseguita da Max Ernst de L'enigme d'un aprés-midi d'automne di De Chirico. Statue, edifici, ambiente circostante convergono in una visione completamente trasfigurata della realtà. La sua arte rappresentò le angosce e le paure del XX secolo anticipando ciò il crollo dopo la prima guerra mondiale: alienazione e solitudine, estraniamento e privazione, melanconia e incomunicabilità. Il Surrealismo e di Dadaismo ne ripresero i temi con uno sguardo aperto sugli abissi dell'inconscio. Per la prima volta si traducevano in pittura gli aspetti enigmatici e misteriosi della vita e veniva data forma plastica, attraverso un gioco di metafore, a sensazioni immateriali e concetti filosofici. La filosofia sottesa alla pittura metafisica è quella di Nietzsche, Schopenhauer, Eraclito. La mostra vuol dare conto dell'influenza della pittura metafisica che si propagò come le onde concentriche di un sasso gettato in uno stagno. Aprì la strada al Surrealismo di Breton e alla Nuova Oggettività di Max Ensrt. Magritte, quando nel 1925 si imbattè nella pittura di De Chirico, disse che gli aveva dato la sensazione di «vedere il pensiero». Ernst e Magritte formularono e svilupparono il concetto del «quadro nel quadro», una sfida che destabilizza il concetto di realtà e finzione. L'influsso non attraversò soltanto le arti pittoriche ma riguardò anche la letteratura. Apollinaire e Breton si riconobbero nella straniante e enigmatica visione del mondo dei metafisici. La nuova sensibilità artistica, La mostra unisce ai celebri dipinti de periodo metafisico di De Chirico anche opere di Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Renè Magritte, Max Ernst, Balthus, Niklaus Stoecklin, Arturo Nathan, Pierre Roy, Alberto Savinio. I curatori della mostra sono Paolo Baldacci e Gerd Roos. La mostra rimane aperta fino al 18 luglio. Sono previste attività didattiche per bambini e famiglie, visite guidate nella settimana della Cultura, un'apertura straordinaria il 30 aprile in occasione della Notte Bianca e una serie di eventi collaterali che, fra l'altro, fanno conoscere De Chirico come disegnatore di bozzetti, figurini e disegni per lo spettacolo I Puritani di Vincenzo Bellini allestito per il Maggio Musicale Fiorentino del 1933.
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