febbraio 2014 | nº 06 |
Jackson Pollock. La figura della furia Palazzo Vecchio e San Firenze, Firenze, > 27 luglio 2014 Roberto Cantini |
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Per la prima volta Firenze rende omaggio a Jackson Pollock (1912-1956), uno dei grandi protagonisti dell'arte mondiale del XX secolo, colui che ha scardinato le regole dell'arte figurativa occidentale dissolvendo gli ultimi baluardi della prospettiva rinascimentale, e lo fa accostando idealmente l'opera dell'artefice americano a quella di un altro titano dell'arte universale, Michelangelo Buonarroti di cui proprio quest'anno si celebra il 450° anniversario della morte. Il luogo prescelto per esporre ben sedici opere di Pollock è Palazzo Vecchio simbolo, e a tutt'oggi sede, del potere politico di Firenze, in particolare della città comunale e rinascimentale che fece dell'arte un elemento di forza della propria civiltà e del proprio prestigio nel mondo. Il titolo della mostra, infatti, La figura della furia, vuole essere un riferimento allo stesso Pollock, alla sua figura nell'atto di dipingere le tele girandogli intorno, pervaso da impeto passionale e da un furore dinamico come in un rituale sciamanico. Oltre ai sei cruciali disegni – eccezionalmente prestati dal Metropolitan Museum di New York e per la prima volta esposti in Italia – sono presenti alcuni dipinti e incisioni di Pollock concessi da musei internazionali e collezioni private: opere ancora giovanili degli anni Trenta e dipinti degli anni Quaranta dove il suo stile personale, nell'ambito dell'espressionismo astratto si va definendo. Ci sono una serie di straordinarie opere grafiche, due del secondo lustro degli anni Quaranta, dove i tratti dello stile di Pollock iniziano a definirsi in modo più maturo nel realizzare figure e segni destrutturanti la stessa composizione che animano e dove i riferimenti a Michelangelo sembrano ricondurre a quello di corpi della «Battaglia dei centauri» del Buonarroti. Infine, di notevole fascino il dipinto «Composition with Black pouring» della collezione Olnick-Spanu che Pollock teneva nel proprio studio con particolare affezione. I disegni in mostra manifestano il coinvolgimento di Pollock nello studio delle anatomie e delle muscolature, così da esprimere sentimenti di dolcezza e di grazia, ma anche di tensione e potenza, suggerite dalle rientranze e dalle sporgenze delle belle forme del corpo umano. E' qui che si colgono le basi delle composizioni astratte dell'artista, alla ricerca di un suo linguaggio che lo porterà oltre la tradizione figurativa europea. Infatti Pollock introdusse un modo totalmente nuovo di dipingere, partendo dalla profonda comprensione della grande personalità artistica di Michelangelo e della sublime tragica dimensione della sua opera. La mostra si compone di una seconda sezione nel Complesso di San Firenze e più precisamente nella Sala della musica che offre spazi interattivi, apparati multimediali e didattici, dove, attraverso allestimenti creativi, si propongono proiezioni e filmati sulla vita e l'arte dell'artista. La mostra è organizzata da Opera Laboratori Fiorentini - Gruppo Civita con la collaborazione di Cariparma Crédit Agricole, il sostegno di Prelios, FAI Service e Unipol, il catalogo è edito da Giunti Arte Mostre e Musei. info: www.pollockfirenze.it |
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