Fashion Design Lab Magazine
gennaio 2011 | nº 03
  Abiti e preparati di bellezza e salute al tempo di Lucrezia Tornabuoni
Doppia conferenza organizzata dal Lyceum Club Internazionale di Firenze sulla moda e sulla cosmesi del XV secolo, 5 maggio 2011
Elisa De Montis
 
   

Un pomeriggio per palati fini, quello che si è tenuto giovedì 5 maggio negli splendidi locali di Palazzo Giugni, nel cuore di Firenze: la Sezione Sociale e Letteratura del Lyceum Club Internazionale della città ha infatti organizzato una doppia conferenza avente come oggetto la moda e la bellezza all'epoca di Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico.
L'incontro, curato da Monica Cioci e svoltosi alla presenza di Mirka Sandiford (presidente del Lyceum fiorentino), si è aperto con la relazione della professoressa Isabella Bigazzi, docente di Storia del Costume presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze.

In un primo momento, la professoressa si è soffermata sulla figura e sulla personalità di Lucrezia Tornabuoni. Era costei una donna di grande levatura morale, intelligente e coltissima; dotata di grande spirito pratico, coordinava instancabilmente l'economia domestica di casa Medici; personalità forte e volitiva, era scherzosamente definita dal suocero Cosimo «l'unico uomo di casa». Non stupisce che una donna di tale tempra possa aver plasmato un figlio del calibro del Magnifico, che le somigliava non solo da un punto di vista caratteriale, ma anche fisico (come si può osservare dai ritratti, Lorenzo presentava lo stesso naso schiacciato e la stessa mascella della madre, tipica dei Tornabuoni).

La professoressa Bigazzi si è poi concentrata sulla moda all'epoca di Lucrezia, cosa che ha permesso ai presenti di scoprire alcune delle principali caratteristiche della moda fiorentina del XV secolo: tra queste, la «gavurra» (il tipico abito femminile dotato di scollatura quadrata e gonna a pieghe), la «cioppa» (ampia sopravveste indossata sia dagli uomini che dalle donne) e la «giornea» (giacchetta maschile senza maniche e con pieghe a canne d'organo, da indossarsi sopra il farsetto). All'epoca di Lucrezia era inoltre costume che le nobildonne si rasassero la fronte così da ampliarne le dimensioni; i capelli retrostanti venivano raccolti in complesse acconciature «a sella», impreziosite da nastri e perle.

La prima parte dell'incontro si è conclusa con la sfilata delle bellissime Penelope Tricomi e Daniela Soderi, che hanno indossato due stupende creazioni di Gloria Modesti e Valeria Doga (stiliste del prestigioso atélier fiorentino «Alta Rosa», Palazzo Pandolfini, Via San Gallo). In particolare, la giovane Penelope portava un fresco abito ispirato alla moda rinascimentale, disegnato appositamente per l'occasione (non a caso, il nome del modello era Lucrezia); Daniela indossava invece un raffinatissimo completo della collezione «Alta Rosa» Primavera-Estate. In accordo con lo stile dell'atélier, entrambe le creazioni erano interamente realizzate in fibre vegetali, e senza l'ausilio di coloranti chimici. Tra i materiali adoperati da «Alta Rosa» per questi abiti ricordiamo la «seta duretta», ottenuta senza bollire i bozzoli e, quindi, nel totale rispetto del baco industrioso.

Nella seconda parte del pomeriggio si è svolta una conferenza sui segreti degli speziali quattrocenteschi, tenuta dalla dottoressa Lucia Celli (direttrice di produzione dell'Officina de' Tornabuoni). La dottoressa si è soffermata sull'affascinante mondo delle antiche ricette medicinali e dei preparati di bellezza in uso nel Rinascimento, rivelando che la stessa Lucrezia Tornabuoni era solita preparare unguenti e pomate destinate alla cura dei suoi familiari.
Per l'occasione, la dott.ssa Lucia Celli ha offerto a tutti i presenti una meravigliosa crema contro i dolori, realizzata in esclusiva per il Lyceum e basata sulla ricetta utilizzata da Lucrezia per alleviare la dolorosa gotta del marito Piero (tra le sostanze attive, alloro, pino e calendula). Non resta che provarla!


Antonio del Pollaiolo, Ritratto femminile (Milano, Museo Poldi Pezzoli) | Esempio di complessa acconciatura di metà Quattrocento; la fronte della giovane è rasata. Domenico Ghirlandaio, Lucrezia Tornabuoni (Washington, National Gallery of Art) | Lucrezia indossa la tipica gavurra. Mino da Fiesole - Piero de' Medici il Gottoso (Firenze, Museo del Bargello) | Piero indossa farsetto e giornea.
 
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