febbraio 2012 | nº 05 |
VINTAGE L'irresistibile fascino del vissuto Prato, Museo del Tessuto, fino al 30 maggio 2013 Simonetta Doni |
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Da fenomeno cult popolare a oggetto studio di esperti e operatori della moda, il vintage finalmente si propone in tutte le sue «vesti» al Museo del Tessuto di Prato, dall'8 dicembre 2012 al 30 maggio 2013. L'esposizione si è avvalsa del contributo di uno dei più noti operatori e collezionisti del settore, Angelo Caroli, che ha messo a disposizione parte del suo archivio, ricco di oltre centomila capi e che ha allestito un insolito temporary store, all'interno del museo, dove si può acquistare un vero capo «vintage». Tra le tante chiavi di lettura che ci accompagnano lungo l'itinerario della mostra, l'attenzione che lungo i secoli è stata data al tessuto, usato e riadattato a seconda dei momenti e delle esigenze, ma anche studiato e riproposto in nuove versioni a distanza di anni se non di secoli: oggetto d'uso ma anche di studio. E quale oggetto è stato più studiato a Prato, dove una tradizione manufatturiera consolidata ha visto passare capi d'abbigliamento provenienti da ogni parte del mondo? Sfilacciare i vestiti per recuperarne le fibre e riproporle in nuovi tessuti, è stato alla base dello sviluppo industriale di questi luoghi. Ma dagli anni '60 in poi, si è affiancato un nuovo interesse: quello del riuso degli abiti, quando il fenomeno del second hand ha permesso lo sviluppo di un gusto per lo stile dell'abbigliamento parallelo a quello ufficiale che negli stessi anni vedeva Prato a fianco di stilisti emergenti. Se facciamo un salto alla mostra in corso alla nuova sede della Camera di Commercio di Prato, si può ammirarne un esempio felicissimo nella mostra dedicata a Enrico Coveri, un felice intreccio tra grande conoscenza dei materiali tessili e avveniristica fantasia dello stile. Le ultime frontiere di questo lavoro paziente di ricerca sono svariate. Si va dalla riproposizione di vecchi modelli e decori, come le borse di Hermès e i foulard di Gucci, che attingono al loro archivio per consolidare la loro immagine di maison storica, fino alla sperimentazione più attuale che vede la proposizione di abiti composti da tessuti originariamente destinati ad altri usi , vedi la mantella antipioggia di Stone Island, oppure i capi di Martin Margiela, composti di altri capi: l'abito realizzato con vecchi costumi da nuoto, la shirt composta di vecchie calze in nailon, il gilet di guanti in pelle nera. Siamo giunti al momento in cui si può riutilizzare un abito stravolgendone la foggia senza negarne l'identità originaria. Questo percorso interessante sarà affiancato in questi mesi da una serie di eventi in città, segnalati da un sito appositamente creato, che potranno avvicinare sempre più persone al mondo del vintage, partendo dalla convinzione che sottende il lavoro della Fondazione del Museo del Tessuto di Prato, secondo cui è dallo studio del nostro patrimonio passato che verranno le nuove idee per il futuro. Museo del Tessuto: vintage.museodeltessuto.it |
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