 giugno 2011 | nº 04 |
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Vintage, ma quanto mi costi Firenze, Stazione Leopolda, 25-29 gennaio 2012 Stefania Guernieri |
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Giacche e pantaloni militari provenienti da ogni parte del mondo, pochette di Chanel, Vuitton, Gucci e chi più ne ha più ne metta. All Star d'antan, vecchie giacche a quadrettoni o a tinta unita, consunte, sfilacciate e risalenti agli anni '20, e ancora, cappotti francesi da portiere d'albergo di lusso con grossi bottoni d'orati, borse e borsoni, scarpe e stivali di ogni colore e foggia, rigorosamente usati. Tanti abiti e oggetti dotati di grande fascino, ma a prezzi decisamente troppo alti per il comune consumatore in tempi di saldi (quelli di fine gennaio) e di crisi come questi. Tanto che ci verrebbe da dire che conviene decisamente quasi di più acquistare il nuovo – per chi non fosse proprio fissato per il vintage –. Ma tant'è. L'edizione numero 19 di Vintage Selection in programma alle Stazione Leopolda dal 25 al 29 gennaio 2012, con 59 stand in mostra provenienti da ogni parte d'Italia, ha visto ancora una volta una fitta affluenza di pubblico, quello dei grandi numeri, suddivisi tra addetti ai lavori, appassionati e curiosi. Nel corso della manifestazione è inoltre stata allestita, come evento collaterale, la mostra «Rivestimi» (rimasta in visione fino al 13 febbraio 2012) a cura di Denise Bonapace e Peter Bottazzi e promossa da Conau (Consorzio nazionale abiti e accessori usati) e Tesmapri (un'azienda del settore) e la partecipazione della società nazionale di ricerca tecnologica Next Technology Tecnotessile. L'installazione ha visto in una sorta di parete, una continuazione ideale della facciata della Leopolda, della lunghezza di 35 metri e un'altezza di 6 metri realizzata attraverso l'assemblamento e la cucitura di 400 paia di pantaloni e 800 cravatte a formare un traforo tessile denso di suggestione e significato. Un progetto che nasce dal recupero di vecchi abiti dismessi ai quali è stata cambiata la funzione e destinazione d'uso, una sorta di sensibilizzazione urbana collettiva legata al riuso dei capi d'abbigliamento. Ma Vintage Selection n. 19 è stata anche altro. Nel corso della manifestazione infatti è stato possibile imparare a ballare Boogie Woogie e lo Swing insieme a un gruppo di quattro ragazzi dell'Accademia di Scandicci che hanno mostrato e insegnato i passi della danza anni '40, così come anche Tuballo Swing a cura di Ghiaccioli & Branzini e Antonio McVillan. Sempre in tema di musica: juke box vivente con dj Pise con i suoi vecchi vinili originali in chiave funky-jazz-rock&roll-burlesque e colonne sonore. I Love Archive ha invece rivisto la Pitti People grazie a un viaggio nella storia della moda attraverso una serie di diapositive raccolte nell'arco degli eventi, sfilate, vernissage ed esposizioni della kermesse di moda fiorentina, il tutto a cura dello studio creativo The Creatures Factory e allestita da Alessandro Moradei. Protagoniste anche le Polaroid, con un temporary museum & shop della macchina fotografica più famosa di sempre. Vendita di apparecchi d'antan e di pellicole (da qualche anno di nuovo in produzione): 8 istantanee anziché 10 come un tempo alla «modica» cifra – definita «d'occasione per la Leopolda» – di 25 euro, contro i 30 euro del negozio. Per gli amanti dei social network tag-automatica con macchinetta foto-tessera per fotografarsi con abiti e accessori vintage e postare poi l'immagine sul network preferito. E infine non poteva mancare il bar V2h con squisitezze vintage curate da Convivium, come vintage erano le cartoline pubblicitarie realizzate da fotografi emergenti che hanno immortalato i fiorentini in speciali location cittadine.
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