Fashion Design Lab Magazine
gennaio 2011 | nº 03
  1861-2011. 150 anni di storia, di donna, di moda
Firenze Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, via Cavour 18, 16-25 marzo 2011
Stefania Guernieri
 
   

Con un percorso lungo centocinquant'anni – visti attraverso volumi e riviste – che ripercorrono le tappe principali dell'Unità d'Italia, la rivista Fashion Design Lab Magazine ha voluto fare omaggio alla ricorrenza del 150° del nostro Paese organizzando la mostra intitolata La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia ad oggi, e andata in scena in Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, sede del Consiglio regionale toscano in via Cavour 18, dal 16 al 25 marzo scorsi.

La mostra è stata curata dallo staff di Fashion Design Lab Magazine: dal direttore Maurizio Gori, lo stilista Francesco Scianni, proprietario del patrimonio documentario, dall'art director Marco Scala, in collaborazione con l'Associazione per lo sviluppo della comunicazione Hole in One e con il Consiglio regionale della Toscana e il suo presidente Alberto Monaci.

L'inaugurazione si è svolta proprio la sera dei massimi festeggiamenti del 16 marzo scorso, che a Firenze sono culminati con i fuochi pirotecnici tricolori di piazza Signoria. Per l'occasione a Palazzo Bastogi, dalle 21, erano presenti il vice presidente del consiglio regionale Giuliano Fedeli, il presidente dell'Associazione Hole in One, Giancarlo D'Emilio, il coordinatore e direttore della rivista Fashion Design Lab, Maurizio Gori, e soprattutto, il proprietario del patrimonio documentario fatto di riviste, giornali, figurini e volumi, Francesco Scianni.

Una dozzina le teche in ordine cronologico all'interno delle quali, grazie a riviste anche molto rare, si è ripercorso quella che è stata l'evoluzione geopolitica del nostro Paese in questi 150 anni, ma anche quella che è stata la rivoluzione vissuta dalla donna sia nel modo di vestire, sia nella sua vita sociale. A spiegare il contenuto di ogni teca una serie di pannelli utili anche per inquadrare il periodo storico in cui le riviste in mostra sono nate e si sono sviluppate.

Si è trattato di una occasione davvero speciale per ammirare preziosi volumi e introvabili riviste, che Fashion Design Lab Magazine ha voluto mettere a disposizione di appassionati della materia o semplici curiosi, che hanno potuto vedere come negli ultimi 150 anni è stata raccontata la donna attraverso la moda.

Un momento della presentazione della mostra «La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia». Da sinistra: Maurizio Gori, Giuliano Fedeli, Giancarlo D'Emilio, Francesco Scianni Gli ideatori della mostra «La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia»: Francesco Scianni (seduto) e, da sinistra, Marco Scala, Maurizio Gori, Giancarlo D'emilio Francesco Scianni insieme a Giuliano Fedeli, vice presidente del Consiglio Regionale, in un momento della mostra «La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia» svoltasi a Firenze nella Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, in via Cavour 18, dal 16 al 25 marzo 2011
 
Un momento della presentazione della mostra «La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia». Da sinistra: Maurizio Gori, Giuliano Fedeli, Giancarlo D'Emilio, Francesco Scianni Pubblicazione d'epoca esposta alla mostra «La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia» svoltasi a Firenze nella Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, in via Cavour 18, dal 16 al 25 marzo 2011 Pubblicazione d'epoca esposta alla mostra «La donna attraverso la moda dall'Unità d'Italia» svoltasi a Firenze nella Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi, in via Cavour 18, dal 16 al 25 marzo 2011
 

Si parte dal 1861, quando erano gli atelier francesi, come quello di Charles Frederick Worth, a catalizzare l'attenzione mondiale della moda. In questo periodo le silhouette sono costituite da ampie gonne sostenute dalle famose «crinoline». Nel decennio successivo le gonne si allungano e si stringono, fino a divenire slanciate. Negli anni '80 trionfano i busti per vitini di vespa e nei '90 si alzano gli orli e si iniziano a intravedere le scarpe.

In Italia subito dopo l'Unità, e verso fine secolo si fa largo il desiderio di emancipazione femminile, con due donne come la borghese toscana Giacinta Martini Marescotti, prima donna a proporre nel 1913 una legge per il voto femminile, e la proletaria Anna Maria Mozzoni. Nei primi del secolo compaiono le «suffragette», le prime coraggiose che reclamano la parità fra sessi. E' il periodo della «Belle Epoque" in cui le donne vestono con la classica forma a «S».

Il 1916 è un anno importante: nasce infatti la rivista Vogue.

La I guerra mondiale fa entrare la donna nel ciclo produttivo. Si abbandonano i busti e si usano tessuti meno costosi come lino e cotone cuciti in tagli pratici, somiglianti alle divise militari.

Negli anni '20 arriva il boom di Coco Chanel con i suoi modelli a la garconnes, seguiti anche da pettinature corte a zazzera. Mademoiselle Chanel lancia l'abito corto in jersey e il famosissimo e, oggi sempreverde, tubino nero. In questo periodo nascono le prime riviste femminili italiane come «Lidel» e «Fantasie d'Italia». Nel 1923 nasce il Sindacato di alta Moda diretto da Vittorio Montano e nel '28 viene fondato l'Istituto artistico nazionale per la moda italiana. La grande crisi del '29 vede la diffusione di tessuti sintetici meno pregiati come il nylon e il rayon al posto della seta.

Gli anni Trenta sono caratterizzati dall'ascesa delle dive di Hollywood come Joan Crawford, Jean Harlow, Marlene Dietrich e le loro molte apparizioni si riviste e giornali. Durante «il regime» Torino diventa la capitale della moda italiana.

Nella II guerra mondiale le donne italiane, come traspare dalle riviste dell'epoca, sono il centro della società rimandandole a un modello tradizionale di massaia sana e formosa. Come si vede da alcuni modelli dell'epoca gli orli si allungano di nuovo e gli abiti da sera diventano ultra femminili con lunghi spacchi sulla schiena. Trionfa l'uso di materiali poveri, come il sughero per le scarpe.

Per la donna il gennaio 1945 costituisce una data fondamentale: il Decreto Bonomi legittima il suffragio universale al di sopra dei 21 anni. Il 2 giugno dell'anno successivo le donne voteranno per decidere il futuro dell'Italia tra Monarchia o Repubblica.

Il punto nodale della storia della moda italiana dall'Unità ad oggi visto attraverso le riviste e i giornali che si sono avvicendati nel tempo, può senza dubbio dirsi attorno agli anni '50, quando alcuni fiorentini illuminati come Gucci, e Salvatore Ferragamo (che di ritorno dagli Usa decide di stabilirsi a Firenze), consentono all'Italia del dopoguerra di scalare i gradini della moda mondiale. In questo decennio lo stile italiano si stacca da quello parigino per imporsi per la sua eleganza e qualità produttiva. Il 25 febbraio 1951 con l'organizzazione a Firenze nel giardino di Villa Torrigiani della prima sfilata di moda voluta dal marchese Giovanni Battista Giorgini nasce il Made in Italy. Il resto della moda e della storia italiana vista dalle riviste fashion, oltre al passaggio di fulcro produttivo da Firenze a Milano, vede – come un po' nel resto del mondo – l'avvento della minigonna del '64 grazie a Mary Quant, della cultura hippy delle figlie dei fiori e delle modelle stile Twiggy (celebri le sue copertine col capello corto e gli occhi grandi sgranati), del femminismo col rogo dei reggiseno del '68 e l'uso per tutte dei pantaloni. Nel 1965 nasce Vogue Italia.

Per la società italiana importante nel 1970 la legalizzazione del divorzio. Nel '75 marito e moglie acquisiscono gli stessi diritti con la riforma del diritto di famiglia e nel 1978 viene legittimato l'aborto con la legge 194.

Negli anni '80 trionfa il modello donna sportiva e in carriera col tailleur. Con spalline larghe, pantaloni a vita alta e capelli cotonati. Nascono i fouseaux, oggi rinominati leggins. Sulle riviste spopola Madonna: Like a Virgin. Esplodono stilisti come Armani, Valentino, Ferrè, Versace, Dolce & Gabbana, Krizia.

La mostra, per chi non avesse avuto l'occasione di visitarla, sarà riallestita, per tutto il prossimo mese di ottobre, a Pistoia, presso la Biblioteca San Giorgio.

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